Maledetti squali
di Paolo Iacopini
Fine Dicembre, sera, freddo. Brunello, detto l'Estremo, è sul molo di Viareggio ad insidiare polpi con lo straccio bianco e la zampa di gallina. Ma soprattutto sta cercando di difendersi dal freddo cane. Il vento taglia la faccia, mentre le mani non hanno quasi più sensibilità.
Dalla Passeggiata arrivano gruppi di turisti calati in Versilia per passare le feste di fine anno. Guardano con aria di commiserazione l'Estremo che batte i piedi e si stringe nelle spalle. Il nostro indomito osserva il cimino inesorabilmente immobile se non fosse per quell'assassino del tramontano. Il desiderio dell'insalata di polpo svanisce sotto i morsi del gelo. Basta, si torna a casa: L'Estremo recupera la canna e la zampa di gallina dondola spettrale nella notte buia appena illuminata dalla luce del faro.
Passano tre signore in pelliccia: " ma... ma quella è una zampa di gallina!" dice una di loro sorpresa dalla stranezza dell'esca. L'Estremo, papalina, barba e sigaretta all'angolo della bocca ormai livida, afferra la lenza appena sopra il macabro reperto, le guarda e dice con tono drammatico: "era una gallina intera, maledetti squali!" Le esterrefatte signore discutono ancora sulla presenza di pescecani nel porto di Viareggio e della pericolosità dei bagni in Versilia.
Questa battuta, rimasta famosa nel nostro gruppo, è stata rinfrescata l'anno scorso a Cabo Verde. Mentre si recuperavano alcuni pinna gialla che avevano fatto partire tutte le canne, uno di questi ha smesso improvvisamente di combattere ed è arrivato a bordo con un enorme morso grande come mezzo cocomero. Sollevato il moncone e mostrandolo alla telecamera del nostro cine-foto operatore (l'Estremo appunto) tutti in coro abbiamo gridato: "era un tonno intero, maledetti squali! "