PESCE SPADA
Lo Xiphias Gladius è un pesce di grandi dimensioni, caratterizzato in modo inconfondibile dallo sviluppo della mascella superiore, la quale si allunga in rostro a forma di lama, da cui il nome italiano di Pesce Spada, con bordi taglienti e terminante in una punta acuminata. Anche la mascella inferiore si allunga in un rostro ma molto pù corto del precedente. Negli stadi larvali e giovanili, entrambe le mascelle sono munite di piccoli denti ma con la crescita si arresta lo sviluppo della mandibola ed anche quello dei denti (negli adulti i denti sono rudimentali o non esistono affatto).
La pelle è liscia e priva di squame, solo negli stadi giovanili possono possono trovarsi delle spine cutanee.
Il corpo, allungato, si restringe bruscamente verso la coda, falciforme e molto possente. tanto che la vista dall'alto (grazie allo sviluppo di due carene sul peduncolo codale) dà un aspetto cilindrico al pesce.
La pinna dorsale e quella anale, dopo lo stadio giovanile, si separano in due pinne ben distanziate. La prima, la dorsale, è di forma triangolare e falciforme ed è ben sviluppata mentre la seconda pinna è piccola e ridotta come una pinnula. Dello stesso tipo sono entrambe le anali.
La colorazione è uniforme, senza macchie e striature. Varia, secondo l'eta e gli individui, dal nero al bruno-rosso e dal blu scuro al blu violaceo nella parte dorsale. I fianchi hanno riflessi giallastri o bronzei. Il ventre è bianco sporco. Dopo la morte diventano tutti grigio ardesia, più o meno scuro sul dorso, e bianco sporco sul ventre.
Lo spada è un pesce migratore, solitario, veloce nuotatore. Attacca anche i cetacei ed il suo habitat ideale è sempre in mare aperto a notevole distanza dalla costa, su fondali di centinaia di metri.
Generalmente nuota in superficie e lascia sporgere sul pelo dell'acqua la punta della sua pinna dorsale e quella del lobo superiore della codale. Talvolta è possibile ammirarlo in spettacolari salti fuori dall'acqua ripetuti in serie. Tuttavia può spingersi anche a profondità notevoli, fino ad oltre 600 metri dalla superficie.
La maturità sessuale va dalla seconda metà di Giugno a tutto Luglio. Durante questo periodo è facile incontrare una coppia formata da un maschio e da una femmina nuotare vicini, in superficie.
Le uova sono galleggianti e vengono rilasciate alla deriva. Le larve sgusciano dopo due giorni e mezzo, sono lunghe 4,5 mm. e non hanno ancora accenno della spada che inizia a svilupparsi a partire dalla lunghezza di 6 mm. circa.
Si nutre di pesci, crostacei planctonici e calamari.
La pesca sportiva al pesce spada è disciplina molto tecnica, che richiede grande conoscenza delle abitudini di questi pesci e delle loro rotte migratorie. L’attrezzatura da impiegare è proporzionata alla mole delle probabili prede. Di conseguenza opteremo per le 50 libbre o perfino le 80 libbre.
Catture occasionali possono avvenire pescando i tonni a drifting. Spesso però vittime delle nostre esche cadono gli esemplari piccoli, abbondantemente sotto le misure minime di legge, da rilasciare quindi senza indugi.
Catture non molto frequenti si registrano anche a traina, in altura, utilizzando esche naturali, combo o artificiali di superficie. Esche artificiali specifiche sono quelle con le teste morbide o le imitazioni dei calamari. L'attacco sulle esche da parte dello spada è particolare e caratteristico. Prima infatti le colpisce con la spada e solo in seguito ingoia l'esca. Per facilitare il ferraggio si usa montare ami doppi disassati a 90° ma si deve comunque fare i conti con una spada durissima da penetrare ed un palato morbido che porta spesso alla perdita per slamatura del pesce.
Il combattimento con uno spada adulto è particolarmente impegnativo. Il pesce si difende con fughe velocissime in orizzontale ed in verticale, il tutto condito da salti spettacolari.
Attenzione alle fasi di imbarco e anche al momento in cui il pesce è portato nel pozzetto della barca, può essere davvero pericoloso perchè i fendenti della spada possono causare danni anche gravi alle strutture della barca e soprattutto alle persone.
La qualità della carne dello spada e l'alto valore economico fanno si che sia preda insidiata da sempre dai professionisti. Attrezzi specifici sono stati realizzati per la cattura degli spada ma da alcuni anni le reti utilizzate, le spadare, sono vietate per i danni che provocavano anche a scapito di mammiferi marini (varie specie di delfini).
La pesca professionale è esercitata anche con i parangali derivanti, lenze lunghe decine di chilometri con migliaia di ami lasciate derivare alcuni metri sotto la superficie. Consentono la cattura anche di tonni, lampughe e altre specie pelagiche.
La stessa pesca con i palamiti (coffe) un tempo era esercitata anche dai dilettanti ma tale pratica è oggi vietata dalla legge.
La pesca tradizionale con la fiocina, un tempo diffusa sulle coste tirreniche e ionche in Sicilia e Calabria, viene ancora oggi esercitata da poche caratteristiche barche (altissimo pennone per l'avvistamento e lunghissima passarella per il fiocinatore a prua) nella zona dello stretto di Messina.
Numerose sono le ricette a base di pesce spada. E' ottimo consumato anche crudo, in carpaccio, affumicato.