La pesca a Marzo
Secondo la nostra esperienza, questo è il mese peggiore per la pesca in mare. Perché, letteralmente, non si sa che pesci pigliare. Sarà il freddo, saranno le piogge (quando non le nevicate), saranno le mareggiate, fatto è che in questo periodo le uscite si fanno sempre più sporadiche. I risultati, poi, spesso negativi, inducono un certo scetticismo che certo non ci spinge ad affrontare situazioni così climaticamente avverse. E quando piove e tira vento, hai voglia a coprirti …
Eppure, qualche irriducibile per mare c’è lo stesso. Qualcuno che non si rassegna all’inattività invernale ed approfitta delle rare e brevi pause tra una perturbazione e l’altra per prendere il mare armato di tante speranze. Certo, chi ha la fortuna di frequentare i fondali rocciosi, magari nel mare della Sardegna o della Corsica, ha buone possibilità di rientrare soddisfatto, con dentici da sogno e pure qualche maestosa ricciola. Per non parlare delle tanute a bolentino... Per noi, è un pò più dura, ma qualcosa si può fare anche qui …
Traina col vivo
In foce c’è qualche serra che ha deciso di svernare da noi. Con un pò di fortuna, magari approfittando di una giornata soleggiata … Certo che in questo periodo è difficile pure procurarsi l’esca! Meglio allora portarsi dietro qualche gronghetto, fresco o congelato, da usare all’occorrenza.
Diversamente, la traina col vivo a fondo, a Tor Paterno, la si può fare ricorrendo alle seppie, da reperire con l’aiuto dei professionisti che le pescano con le reti da posta. I dentici saranno le prede più probabili, le ricciole un sogno che probabilmente andrà infranto.
Vertical jigging
Può essere un tentativo da fare, in questo periodo, magari nelle zone di roccia più profonde, all'esterno dell'area marina protetta di Tor Paterno. Per chi non le conoscesse, ci sono zone interesanti, a 60 metri, a 90 metri, a 120 metri di fondo che con un pò di pazienza ed un buon ecoscandaglio si possono trovare.
Traina con gli artificiali
Nell’immediato sottocosta, trainando in superficie o poco sotto su fondali dai 2 ai 6 metri, potremo insidiare le spigole ed in foce i rari serra. Su fondali maggiori, fino a 10-15 metri, è bene invece ricorrere a qualche mezzo d’affondamento. Non importa quale, l’importante è che i nostri artificiali peschino nella metà inferiore dello strato d’acqua che solcheremo ma ricordiamoci che più sono a fondo e meglio è.
A Tor Paterno, con l’affondatore o col monel, potremo cercare i dentici in un periodo che teoricamente non è ancora il migliore ma che pure ci potrebbe regalare qualche bel pesce. In fondo, lo spirito di territorialità li spinge ad aggredire gli estranei invadenti anche in periodi diversi da quelli della riproduzione.
Un pò al largo, infine, il pesce di stagione è la palamita. Anche in questo caso, conviene trainare affondando l’eca perché i pesci generalmente stazionano a non meno di una ventina di metri dal fondo. Alle volte, l’ecoscandaglio ci fornirà preziose informazioni sulla batimetrica alla quale staziona la mangianza e di conseguenza potremo trovare le prede che cerchiamo.
Drifting
Vietata, in questo periodo, la pesca del tonno rosso. Meglio aspettare che riapra (metà Giugno).
Light Drifting
Difficile far risalire le palamite a portata delle nostre lenze. Evitate, se potete, le giornate con tanta corrente che può trascinare via velocemente la pastura, allontanandola eccessivamente dalla barca.
Spinning costiero
Qualche spigola e rari serra. Queste le possibili/improbabili prede dello spinning in questo periodo.
Spinning in mare aperto
Meglio rinviare ad una stagione più avanzata, ora le probabilità di prendere un pesce si riducono davvero al lumicino.
Bolentino
E’ questa l’unica tecnica di pesca che proprio in pieno inverno è più indicata. E’ inutile girarci intorno, se vogliamo avere buone probabilità di portare a casa un pò di pesce di buona qualità dobbiamo dedicarci al bolentino. I fragolini saranno le nostre prede. Casomai dovremo girare un pò per cercare quelli di taglia maggiore, lasciando in pace i pesci piccoli. In questo periodo, in effetti, in giro ci sono pesci di tutto rispetto, ben oltre il mezzo chilo di peso. Le esche sono le solite ed i posti migliori sempre gli stessi, le secche di Tor Paterno in primis. Di tanto in tanto ci può scappare la sorpresa, dalla gallinella (coccio) al polpo , dal sarago al praio, dalla tanuta al calamaro.
Atre tecniche
Quando inizia la stagione dell’amore, più o meno in questa stagione, le seppie non mangiano più, quindi noi non le possiamo più pescare, almeno coi consueti mezzi. Seppie a tutti i costi? Fatevi dare una femmina dai professionisti, potrete mettere in atto un antico stragemma, la pesca “a sputtanare”. Si lega la seppia col nylon e “si porta al guinzaglio” su fondali sabbiosi. Quando arriva un maschio si avvicina la femmina, piano, piano, alla barca e … zac, un preciso colpo di retino ed il maschio focoso è in trappola!
Con i polpi, invece, nessuna novità di rilievo. Ancora per poco ci si può provare, poi avremo cose più interessanti da fare.