Un combattimento epico
Il protagonista principale è un tonno gigante, ma gigante davvero!!!
E' venerdì sera, con "ale75" e daniele "soldatino" chiacchieriamo un pò di pesca, parliamo dei tonni, di come partono, di come tirano e così decido, insieme a Daniele, di fare un uscita a drifting il giorno successivo.
Ci vediamo alle 9:30 e cominciamo a preparare la barca: 380 mt. di cima nuova per l'ancoraggio, 4 litri di acqua, panini, 2 casse di sarde, 2 canne stund up da 30/50 libbre coi mulinelli imbobinati con monofilo ande premium 0,79 (60 libbre), girella sampo da 150 libbre e terminale seaguar fluorocarbon 0,80 con ami del 6/0 e 7/0.
Tra una cosa e un altra arriviamo sul posto di pesca verso le 11:00. Caliamo l'ancora, prepariamo le canne, inneschiamo, caliamo e cominciamo a pasturare. Dopo poco vediamo dei gabbiani in lontananza che girano e si posano sull'acqua. Dico a Daniele: "strano, le sarde in quel punto dovrebbero essere parecchio sotto, probabilmente c'e' un tonno in scia".
Dopo neanche 5 minuti, alle 12:10 precise, sento l'urlo di Daniele, mi giro, vedo la canna 30/50 da me autocostruita che si piega e l'alutecnos 50 incomincia a strillare!!! Fuga potente e continuativa, il pesce avrà sbobinato 300-400 mt. di filo.
Daniele prontamente butta il resto della cima dell'ancora in acqua, così siamo liberi durante il combattimento, quindi si mette alla consolle, per posizionare la barca come meglio possibile. Un combattimento duro con un pesce enorme, ma mai avrei pensato che fosse così grosso, come quando è venuto in superfice per la prima volta .....
Dopo circa un'ora e mezza è aggallato, si vedono le due pinne fuori dall'acqua a circa 20 mt. dalla barca. Con stupore faccio notare a Daniele la distanza tra le due pinne del pesce, talmente tanta che sembravano due pesci diversi.
Il tonno riparte leggermente a fondo e riaggalla vicino alla barca, nuota a 4-5 mt. da noi, lo vediamo benissimo, enorme, probabilmente oltre i 200 kg. Poi riparte in fuga e da lì comincerà la vera e dura parte del combattimento.
Passano le ore, il pesce non molla. Noi le proviamo tutte: cambiamo l'inclinazione del filo, gli giriamo intorno, lo forziamo con la barca in movimento ma tutto sembra essere inutile.
La stanchezza si fa sentire, l'acqua stà finendo, sono passate quasi 6 ore quando Marco "lupus" viene in mio soccorso portandomi acqua e supporto, per adesso solo morale.
Cominciano i crampi sul braccio destro e le prime vesciche sulla mano sinistra: non gliela faccio più, mi devo riposare o cado a terra, così dopo 7 ore di combattimento in stand up cedo la canna a Marco.
Anche lui è sbalordito di quanto possa tirare quel pesce. Nonostante la frizione serrata non si riesce a pompare. Ogni tanto viene su di qualche metro ma poi torna giù.
Io nel frattempo mi riposo un pò: mi siedo, bevo, mangiò un pò di crostata. Dopo una mezzoretta sono nuovamente pronto a riprendere la canna. Ormai però sono abbastanza acciaccato e accuso sempre di più il peso del combattimento.
Nel frattempo arrivano Armando, che mi porta altra acqua e succhi di frutta, e "Asso", che si mette nelle vicinanze nel caso ci servisse assistenza.
Resisto ancora un oretta con il pesce in canna, fino alle 21:00 circa, poi, stremato ripasso la canna a "lupus". A questo punto è lui a condurre le redini del gioco.
Decidiamo di chiudere ulteriormente la frizione e "trainare" il pesce a velocità ridotta verso batimetriche più basse. Il pesce ci segue, ogni tanto si intraversa e guadagna metri di lenza, ogni tanto Marco riesce a recuperarlo, mediamente il pesce resta ancora lontano da noi.
Esce qualche battuta, ci viene in mente di portare il pesce d'avanti Fiumara così con l'acqua del Tevere lui muore e noi chiudiamo il combattimento.
Verso le 22:00 si accende improvvisamente una luce di speranza: il tonno incomincia a nuotare in superficie, parallelo alla barca e Marco può pomparlo e guadagnare velocemente filo. Il pesce arriva a circa 4 metri dalla barca ma è buio, vediamo solo la grossa sagoma bianca; il combattimento sembra poter finire a nostro favore, io stò col raffio in mano, ormai manca poco ... ma quella leggera luce di speranza si spegne improvvisamente quando il pesce trova ancora una volta la forza di fare un'altra fuga. Stavolta si riprende parecchio filo con un solo colpo, forse anche 100 e passa metri.
E pensare che prima, per radio, qualcuno ne ipotizzava l'avvenuta morte!
Poco dopo arriva l'imprecazione di "lupus": "nooo, si è slamato, p.... p..... p..... p.... ecc....." Alle 22:25 il pesce ha riconquistato la libertà, lasciandoci tutti senza parole. Un'emozione indimenticabile, speriamo ripetibile nel tempo.
Nulla abbiamo da rimproverarci: tutto ciò che pensavamo di dover fare l'abbiamo fatto, la frizione era tarata a 18 libbre sullo strike, non ha ceduto alcun elemento dell'attrezzatura e hanno retto fino alla fine anche i nostri cuori ed i nostri muscoli ma il pesce ha vinto il suo combattimento per la vita. Però abbiamo vinto anche noi, perchè un'esperienza simile credo che capiti poche volte nella vita e noi siamo stati fortunati ad esserne protagonisti. E poi chissà, magari la prossima volta, se ci sarà, l'esito finale sarà diverso.