Cambiamenti climatici e ambiente marino
Il riscaldamento globale é in corso da alcuni decenni ed é un fenomeno che sta accelerando negli ultimi anni. Tutti gli oceani ed i mari della Terra hanno visto alzarsi la temperatura dell’acqua, specie negli strati superficiali, in modo significativo e nel Mare Mediterraneo, mare “chiuso”, tale fenomeno ha innescato una serie di cambiamenti nella distribuzione della fauna che lo popola.
Verso la fine degli anni ’80 durante una battuta di pesca subacquea nelle calde acque di Lampedusa catturai il mio primo serra, un pesce di cui allora non conoscevo l’aspetto non avendolo mai incontrato nelle acque laziali, toscane e sarde che frequentavo abitualmente. In pochi anni i serra hanno risalito il Tirreno, hanno invaso le coste laziali e ora sono presenti lungo tutte le coste del Tirreno e dell’Adriatico.
Più o meno la stessa cosa, con qualche anno di ritardo, sta accadendo con la cernia bianca, un tempo presente solo in Sicilia e Calabria. Ora protagonista delle pescate in tutto il Tirreno fino al Lazio. E’ probabile che la sua risalita lungo le coste del Tirreno proseguirà ancora. Amici sardi mi dicono che nei loro carnieri sta gradualmente prendendo il posto della cernia bruna. La sua diffusione speriamo che non sia a scapito della cugina bruna.
Poi c’é il caso del tonno striato. Un pesce molto diffuso nelle acque temperate dell’oceano Atlantico, Pacifico e Indiano, considerato abbastanza raro nel Mare Mediterraneo. Non più, da qualche anno non é più una preda occasionale pescando a traina d’altura lungo le nostre coste. Sempre più spesso lo troviamo insieme ai tonni di branco o alle alalunghe.
L’introduzione di specie aliene in un ambiente altera gli equilibri a scapito delle specie autoctone e il cambiamento climatico apre le porte a nuove invasioni. L’avvistamento dei primi esemplari di pesce scorpione, probabilmente provenienti dal Mar Rosso, desta qualche apprensione non solo per l’impatto che ogni specie aliena ha sull’ecosistema ma anche per la balneazione visto l’alta tossicità del veleno presente negli aculei.
L’ultimo arrivato é infine il granchio blu giunto da noi probabilmente con l’acqua di zavorra delle navi mercantili provenienti dal Nord America e che si é ambientato benissimo e sta invadendo le nostre coste forte del fatto che non trova predatori naturali che ne limitino la diffusione. Dei danni che sta provocando alle imprese ittiche che gestiscono gli allevamenti di vongole e di cozza se n’é parlato tanto negli ultimi mesi e nessuna soluzione a questo problema al momento é stata trovata. Forse un massiccio prelievo ne potrebbe rallentare la diffusione. In un prossimo articolo parlerò proprio della pesca di questo crostaceo.