PAGRO
Il Pagrus Pagrus è noto in Italia come Pagro ed anche come Praio. E’ un pesce di taglia relativamente grande (può raggiungere anche i 75 cm di lunghezza), dal corpo ovale, compresso sui fianchi, che assomiglia sia al dentice che all’orata. Il corpo è ricoperto di grosse scaglie (55-60 lungo la linea laterale), che ricoprono anche gote ed opercolo.
La testa è massiccia e robusta, dal profilo bruscamente discendente e con bocca terminale inferiore.
La dentatura è la caratteristica che inequivocabilmente lo distingue sia dal dentice che dall’orata. Nella mascella superiore vi sono anteriormente diverse file di piccoli denti cardiformi, contornati esternamente da canini più robusti, di cui i quattro anteriori sono più forti e sviluppati; nei lati e posteriormente si osservano invece due file di molari, di cui i centrali più grossi.
Esiste una sola pinna dorsale la cui parte anteriore è formata da 12 raggi spinosi. Tre spine sono nell’anale, la pettorale è falciforme e la codale forcuta. Le punte della codale sono bianche e l’orlo centrale dell’incavatura è nero. Negli individui giovani spicca una caratteristica macchia nera alla fine della pinna dorsale.
La colorazione è rosso violaceo sul dorso, giallo oro ventralmente e lateralmente. Allo stadio giovanile dominano le tinte argentate. Gli esemplari da 7 a 10 cm di lunghezza hanno una fascia azzurra tra gli occhi che talvolta si mantiene anche in esemplari un po’ più grandi.
Vive nelle zone litorali in prossimità del fondo, soprattutto dove si accumulano detriti di alghe e di posidonia, tra i fondali arenosi e quelli rocciosi. Lo si incontra anche su fondali di corallino e conchigliette misto a roccia.
Nell’inverno si allontana dalla costa e si stabilisce sul ciglio della scarpata continentale mentre durante l’estate, che coincide con il periodo riproduttivo, si avvicina portandosi a profondità inferiori ed è rinvenibile anche intorno alle secche rocciose e a corallino. Ad ogni modo è molto raro incontrarlo a profondità inferiori ai 20-30 metri.
La riproduzione, che abbiamo detto avviene nei mesi estivi vicino alla costa, porta alla produzione di uova che sono pelagiche.
L’alimentazione del pagro è carnivora con predilezione per i molluschi ed i crostacei. Tuttavia, si nutre a volte anche di alghe.
E’ una specie non molto comune lungo le coste italiane. Più comune, invece, nel Mediterraneo Centale ed Occidentale.
La pesca professionale al pagro viene esercitata con lo strascico, con i palangari di fondo, con le reti da posta.
Il pagro è un pesce molto interessante anche dal punto di vista della pesca sportiva. Può essere catturato in modo casuale se si è a pesca di dentici ma anche cercato specificatamente nelle zone dove per caratteristiche o per esperienza diretta si sa che è più facile incontarlo. In questo caso è più opportuno pescare su fondali non inferiori ai 50-60 metri per spingerci anche fino ai 100 (ma il limite è dettato più che altro dalla tecnica di pesca adottata).
Tutte le tecniche di pesca a fondo possono essere utilizzate: la traina con il vivo (si consigliano calamari e seppie come esche ma anche i piccoli pesci possono dare soddisfazioni), il bolentino (con esche che possano fare selezione sulla taglia delle prede), il vertical jigging, la pesca con gli inchiku ed il palamito.
La scelta sarà dettata dalle condizioni meteo marine, dalla conformazione e dalla profondità del fondale, dai gusti personali.
La cattura di un grosso pagro è comunque di grande soddisfazione anche se, un po’ come il dentice, la reazione all’abboccata si esaurisce con corte fughe e qualche possente testata già dopo pochi secondi, così da rendere non particolarmente impegnativo il combattimento con il pesce, a meno di un uso di lenze notevolmente sottili, cosa che sconsiglio con tutti i pesci a meno che non si sia a caccia di improbabili record. Resta comunque aperta la possibilità della perdita del pesce per slamatura specialmente se catturato, come spesso accade, a profondità impegnative.
Comunque, per i dettagli sulle singole tecniche di pesca vi rimandiamo a quanto scritto meno sommariamente sulla scheda del dentice ed agli articoli tecnici per ulteriori approfondimenti.
Chiudiamo ricordando che il pagro è un pesce di eccellente qualità, con carni bianche, sode e saporite. Può essere cucinato, al pari dell’orata e del dentice, al forno, alla brace, al cartoccio … e mai vi deluderà. Ottimo anche sfilettato crudo.