Alletterato
L’Euthinnus Alletteratus (tonnetto alletterato) è un pesce di medie dimensioni, dal corpo fusiforme, caratteristico un po’ di tutti i rappresentanti della famiglia dei tunnidi alla quale appartiene. Può raggiungere una lunghezza massima di oltre 80-90 centimetri per un peso di 12-15 chilogrammi. Gli esemplari che s’incontrano più frequentemente, tuttavia, pesano generalmente tra i 6 ed i 10 chilogrammi.
La pelle è liscia, priva di squame, tranne la zona del corsaletto. La testa è conica e termina con un muso appuntito. La bocca non è molto grande e la mandibola è leggermente prominente. Entrambe le mascelle sono munite di un’unica fila di denti aguzzi di ridotte dimensioni. La lingua è provvista di due carene longitudinali su entrambi i margini.
I primi raggi della prima pinna dorsale sono piuttosto alti, mentre negli altri l’altezza decresce gradualmente, a formare un bordo superiore dal profilo concavo molto pronunciato. La seconda pinna dorsale e l’anale sono molto simili. Quella dorsale è seguita da 8-9 pinnule mentre quella anale da 7-8. Il peduncolo codale è molto sottile, più largo che alto e con una carena laterale ben marcata. La coda è ampia e possente, a forma di falce ed i lobi, di uguale lunghezza, sono ben aperti. Le pettorali sono corte e robuste.
La colorazione è azzurro acciaio, più scuro sul dorso, fino a diventare quasi nero. Al di sopra della linea laterale sono ben evidenti delle linee sinuose di colore nero. I fianchi ed il ventre sono argentei. Al di sotto del corsaletto, nella parte anteriore del corpo, sono presenti sui fianchi delle macchie nere, molto evidenti, caratteristiche di questa specie, che ne consentono un’immediata identificazione.
Come tutti gli altri tonni, l’alletterato è un pesce pelagico, un grande nuotatore che ripercorre anno dopo anno ben precise rotte migratore ed ha abitudini spiccatamente gregarie, anche allo stadio adulto. Vive sempre in alto mare ed accosta saltuariamente al seguito dei branchi di alici e di sardine di cui si ciba abitualmente. Da pesce carnivoro, nella sua alimentazione rientrano anche i clupeidi, gli altri pesci pelagici e altre forme larvali.
Il suo incontro lungo le nostre coste è più frequente durante la stagione estiva ed autunnale. Il primo accostamento, in genere, è intorno ai primi di Giugno. E’ da considerarsi piuttosto comune in tutti i mari che bagnano la nostra penisola con la sola eccezione dell’Adriatico settentrionale dove pure è presente ma con una concentrazione inferiore. La riproduzione nei nostri mari si ha in Luglio ed in Agosto.
Oggetto di pesca professionale, viene catturato nelle tonnare, con le reti da circuizione e da posta.In certe zone d’Italia è oggetto specifico di pesca sportiva. E’ abbastanza frequente la sua cattura pescando a drifting, con attrezzatura piuttosto leggera (20-30 libbre). Altre volte, ma meno frequentemente, sempre pescando a drifting, cade vittima del nostro inganno costituito dalle lenze destinate alla cattura del tonno rosso. In questo caso, vista la sproporzione tra l’attrezzatura impiegata (50-80 libbre) ed il peso del pesce, il combattimento è tuttaltro che impegnativo e si riduce al rapido recupero di un pesce che proprio non è in grado di opporre un’adeguata opposizione alla cattura. Diversamente, se catturato con attrezzatura più leggera, può essere un degno avversario anche degli angler più esperti.
Un’altra tecnica utilizzata è la traina con gli artificiali. Anche grazie a questo pesce, la traina d’altura sta conquistando sempre più appassionati, anche se il suo diffondersi è limitato dalla necessità di disporre di imbarcazioni di grandi dimensioni e dai costi piuttosto elevati di esercizio. E’ questa una pesca più dinamica, di ricerca continua, rivolta non alla cattura di un’unica specie di pesca ma che consente la cattura di pesci diversi quali tonni rossi di branco (10-20 chili), grandi lampughe, aguglie imperiali, tonni alalunga e, appunto, i tonni alletterati. Per questi ultimi, come pure per le lampughe, non sempre è necessario spingersi molto al largo, pertando è possibile pescarli anche con barche di dimensioni più contenute.
Il sapore dell’alletterato è abbastanza simile a quello del tonno rosso, leggermente dolciastro al palato e per questo meno ricercato. La sua carne, di un colore rosso acceso perché ricca di sangue, può essere trattata come quella del fratello maggiore e si presta alla sua conservazione sotto sale, sott’olio, insaccata, affumicata.
Da fresco può essere consumato sia cotto che crudo. Ad alcuni può risultare un po’ indigesto.